Nutrizione

Esiste lo Champagne italiano?


Ai più questa domanda appare insensata, ed in effetti oggi è proprio così ma non è del tutto scontata la risposta completa perché i più anziani ricorderanno che in passato si parlava comunemente di champagne italiani.
Dal punto di vista legale è evidente che lo champagne può essere solo quello prodotto dalla regione a nord di Parigi riconosciuta per legge come prodotto a denominazione di origine. Quindi non può esistere lo champagne italiano, almeno per la legge non solo francese e italiana.
Si intende per champagne italiano solo lo spumante che è stato prodotto facendo riferimento al metodo tipico per produrre il celebre vino d'oltralpe, che in italiano prende il nome di metodo tradizionale.
Non sono passati molti anni da quando non solo nel nostro paese ma un po' dappertutto si denominava champagne qualsiasi prodotto con le bollicine senza differenziazione tra quello tipico francese e lo spumante.
Lo stesso consumatore usava questa terminologia per indicare quel genere di vino.
Da quando la difesa dei prodotti locali ha assunto una dimensione internazionale non è più possibile confonderli, ed anche nei territori più di provincia sta cadendo in disuso per l'avvicendarsi dei figli con i padri.
Oltre a ciò l'orgoglio nazionale ha prodotto un sentimento di valorizzazione dei vini nazionali che sono riconosciuti in tutto il mondo e sono un vanto poiché si trovano sotto il cappello pregiato dell'italianità.

Un termine caduto in disuso e ormai dimenticato

A ben vedere il termine champagne era stato italianizzato in sciampagna, ed ancora oggi in qualche zona rurale lo si sente pronunciare.
Oltre allo champagne con la sua terminologia corrotta in italiano, si indicavano tutti quei vini che avevano la caratteristica tipica dei vini frizzantini o effervescenti. Tutti prodotti a livello locale e artigianale che propongono una serie di vini rustici e che non entrano nei circuiti della grande commercializzazione, per cui non necessitano di pubblicità.
Entro poco tempo questo fenomeno entrerà nell'oblio poiché quei coltivatori stanno lasciando il passo ad una generazione di imprenditori che intendono dotarsi degli strumenti del marketing per diffondere il proprio prodotto. La legislazione offre notevoli possibilità per focalizzare maggiormente le caratteristiche di qualità, alle quali, non bisogna dimenticarlo, rimane l'aureola costituita dal far parte di un territorio benedetto quanto a qualità.
L'esempio della Franciacorta e di altri vini DOC offre il sentiero per questi coltivatori di far emergere la propria identità sotto timbri qualitativi per raggiungere ogni parte del pianeta con l'e-commerce.

La strada della qualità ha permesso a tutti i coltivatori di emergere

La difesa dei territori, le loro tipicità, la tradizione alla fine è emersa ed ha scalzato la nomea che il nostro vino aveva. E' tanto evidente il posizionamento dei vini italiani al giorno d'oggi, come quelli tra i più qualitativi al mondo, che non ce ricordiamo più.
A questo è servito il ricordo di una terminologia ormai passata in disuso, che rimane solo in piccole sacche.
Decenni fa l'Italia era considerata una terra prolifera ma solo per la quantità, con importanti eccezioni. Diversi scandali si erano succeduti proprio perché l'intento era quello di aumentare sempre di più i quantitativi a discapito delle tradizioni e della qualità.
In pochi anni si è ribaltato il mondo, ora è l'Italia ad essere la patria del nettare degli dei e ogni cosa che produciamo, in tema di cibo, ha una speciale considerazione all'estero.

L'Italia è un produttore di vini di qualità a prescindere e l'abbandono di una terminologia come quella dello champagne italiano o sciampagna, è un altro segno che va nella giusta direzione e che ci racconta di un mondo oramai passato; dovremmo aggiungere anche, per fortunata!


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